Io guardo un punto


Io e il mio Punto

Testo di Ascanio Celestini

Io guardo un punto. Un punto laggiù. E' un punto preciso non è uno qualunque. Non potrei indicare le coordinate, né calcolare la distanza o indovinare la grandezza, ma si tratta di un punto che saprei distinguere da qualsiasi altro. Non sapevo che c'era un punto laggiù. Poi, forse, guardando qualcos'altro, mi è cascato l'occhio sul punto. Non mi ricordo cos'altro stavo cercando perché il punto è diventato immediatamente la cosa principale.
Potrebbe anche essere che stessi guardando un altro punto, ma quello laggiù è stata subito un'altra cosa per me. Era il mio punto. Eravamo solo io e il punto. Noi due soli come naufraghi. Poi è arrivato qualcuno. Uno che si è messo a guardare il mio punto.
Ho cercato di spiegargli che era il mio, ma lui ha estratto una macchina fotografica e si è fotografato con il punto in prospettiva. Mi ha mostrato la foto dicendo "sono io e il mio punto", come per dimostrare all'universo intero che è stato lui il primo a vedere il punto. Io non avevo una foto precedente alla sua per svelare la menzogna.
Lui ha incominciato a mostrare il ritratto col punto e subito è arrivato un altro: "Può fotografare anche me col punto?" gli ha chiesto. Allora anche io avrei potuto chiedere di farmi fotografare col mio vecchio punto, sarei diventato comunque il terzo, che non è un pessimo risultato, ma poi ne sono arrivati tanti altri e così mi sono disamorato, ho voltato le spalle al punto e mi sono messo a parlarne senza guardarlo. (...) L'ho fatto per un consumato amore che si è trasformato in rabbia. E' intollerabile pensare che il punto può essere visto da tutti senza smettere di essere lo stesso punto di prima (...).
Un giorno, se avrò coraggio, mi volterò, smetterò di parlare del punto e ricomincerò a guardarlo. O forse mi metterò in viaggio verso il punto per vederlo da vicino. Lo farò anche se ho paura che avvicinandomi al punto...si affievolirà fino a scomparire.  (... ) Mi emoziona parlare del punto (...).